Da domenica espone Omar
Da domenica 18 dicembre fino al 6 gennaio, nella sala “don Camillo Salvi” della ex casa delle suore, espone i suoi lavori Omar. Vi invitiamo a visitare la sua esposizione, sarà un modo per vedere i suoi ultimi lavori e cogliere direttamente l’evoluzione del suo percorso artistico.
Omar
Mi chiamo Omar Mosca e sono nato il 22 agosto del 1975. Provengo da una famiglia di “artisti”: mio nonno Raffaele dipingeva ad olio piccoli e gradevoli oggetti di vario genere, mio zio Matteo crea e spesso restaura opere in legno, sua figlia Miriam, mia cugina, crea busti di armature e oggetti vari per teatri e scenografie ed ha richieste anche negli Stati Uniti, e infine mio padre Graziano dipinge quadri, olio su tela, soprattutto paesaggi con un accurato utilizzo dei colori.
Ricordo che mio padre creava le sue opere in una stanza dell’appartamento di mia zia che aveva adibito a studio, e ogni tanto da bambino incuriosito lo inseguivo. Ricordo ancora oggi quanto mi piaceva osservarlo mentre dipingeva paesaggi con vari colori, e quanto amavo sentire il profumo dell’olio con la trementina. Proprio in quello studio, con il desiderio di imitare mio padre, mi impegnavo in quelli che oggi chiamerei “scarabocchi”.
Il primo vero approccio con il disegno l’ho avuto all’età di dodici anni, come tutti gli adolescenti della mia età ero appassionato di film, cartoni animati, fumetti… iniziai così con il ritrarre quei personaggi degli anni ’80, dapprima con la matita, poi con la classica penna BIC, e per finire con la china.
Solo dopo i vent’anni ho dipinto il mio primo quadro, era un olio su tela, sinceramente era risultato un vero disastro, c’era l’idea ma era evidente la mancanza di pratica. In seguito, grazie a mio padre che mi incoraggiava, capii che ci sarebbe voluto tempo e che non dovevo gettare la spugna. Passavo ore in quello studio a disegnare e dipingere, ed ecco che realizzai il mio primo Cristo a olio; tramite mio padre ebbi l’opportunità di esporlo in una galleria a Bergamo s, soprattutto, di venderlo. É stato il mio primo grande traguardo, ero orgoglioso di me stesso, presi coraggio e non smisi più di dipingere.
In seguito partecipai a diverse mostre con dipinti che ritraevano paesaggi e opere religiose, ma non mi sentivo pienamente appagato.
Poi mia moglie, madre dei miei tre bellissimi bimbi, mi consigliò di cambiare genere di pittura, perché i paesaggi e le raffigurazioni religiose, a suo dire, erano ormai passati di moda. Decisi di darle retta, e da quel momento è nato un nuovo modo di dipingere. È stata la mia fortuna; negli ultimi quindici anni mi son state commissionate circa centocinquanta lavori: quadri moderni (olio e acrilico), quadri a tema fumettistico, altri religiosi in stile moderno, ritratti (a matita o ad olio su tela) ed inoltre, anche restauri di vario genere (statue, murales, opere ad olio ecc. …)
Ho dei rimpianti?
Sicuramente sì; il non aver frequentato il liceo artistico, anche se l’ arte a mio parere è anche una dote naturale ed infatti molti artisti sono autodidatti, sicuramente lo studio mi avrebbe aiutato molto a perfezionare la tecnica, diciamo che sarebbe stata una bella scorciatoia.
Si poteva fare o si può fare di più?
Sono convinto che non si finisca mai di imparare, ogni opera che creo è una pagina bianca in più del libro della mia vita che raccoglie emozioni e ispirazioni che prendono forma e colore, ed è una palestra per perfezionare la mia tecnica per poi cimentarmi nell’opera successiva.