Aldo Locatelli è nato a Villa d’Almè il 18 agosto 1915 da modesta famiglia. Dall’età di dieci anni in seguito al contatto con alcuni restauratori che lavoravano nella chiesa locale, in particolare Fermo Terragni, espresse interesse per la pittura. Questo avrebbe destato preoccupazione nel padre, che immaginava per il figlio un futuro più prospero di quanto l’arte avrebbe potuto concedergli, ma incoraggiato ed irremovibile, dopo la licenza elementare viene iscritto alla “Fantoni”, una importante e qualificata scuola d’arte di Bergamo. Si iscrive all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo frequentando il corso di scuola di pittura. Dopo la Carrara si perfeziona con un periodo di Studi a Roma. Il suo primo lavoro avviene in collaborazione con il pittore Sandro Pinetti nell’affresco della parrocchiale di Bruntino nel 1935. In questo periodo conosce don Camillo Salvi curato di Villa d’Almè.
Nel 1937 Taragni gli propone di recarsi a Pompei a collaborare con i vari artisti impegnati nei lavori di decorazione del Santuario. Per il Locatelli è stata una esperienza rilevante: il contatto con tanti artisti è un grande stimolo per lui. Nel 1938 Taragni lo manda a Tortona con Emilio Sessa e Andra Mandelli per il restauro di una vecchia decorazione neo-gotica nel duomo.
Nel 1940, mentre lavora a Concorezzo viene richiamato alle armi. Dopo un congedo per la morte del padre viene nuovamente mobilitato ed assegnato al gruppo Lanceri “Vittorio Emanuele II” di stanza ad Ospidaletti. A seguito dello sbandamento dovuto all’abbandono di re Vittorio Emanuele III si trasferisce a Brindisi dove lo raggiunge una triste notizia: il 15 settembre 1943 il fratello Angelo (Nino) è fra le vittime della rappresaglia tedesca sui monti di Salandra, in provincia di Matera. (Al fratello dedicherà i suoi affreschi di Santa Croce).
Gli affreschi di Santa Croce
(da Aldo Locatelli – Il Mestiere di pittore – a cura di Margherita Cordoni – Delia Locatelli – Luigi Rota – Corponove editrice Bergamo 2002)
Nel 1944 matura il suo primo lavoro impegnativo; gli affreschi di Santa Croce.
Don Camillo Salvi, ex direttore dell’oratorio S. Carlo di Villa d’Almè dal 1934 al 1940, affida ad Aldo Locatelli l’incarico di affrescare la chiesa, che sta facendo restaurare, in vista della nuova consacrazione. Il compito non comprende solo gli affreschi, ma anche la preparazione dei disegni e le decorazioni. Per coadiuvarlo in queste operazioni il Locatelli si avvale di Emilio Sessa (1913-1990) e Andrea Mandelli. Essi trovano alloggio nei locali parrocchiali per tutta la durata del lavoro. Per la doratura interviene Arturo Pansa.
E’ il primo grande ciclo di affreschi a cui Aldo Locatelli lavora in proprio.
Anche oggi l’interno della chiesa risplende dei colori di Aldo. Sulle pareti delle otto cappelle che scandiscono longitudinalmente lo spazio della navata, possiamo ammirare scene che si richiamano alla Croce: il Martirio, l’Apostolato, la Passione di Nostro Signore, i Sacramenti, il Rosario; verso il presbiterio, ai lati dell’arco vediamo risplendere di colori vivissimi una copia dell’Annunciazione di Francesco di Simone da Santa Croce dipinta in omaggio al pittore quattrocentesco; nel presbiterio troviamo le scene della Croce: l’Invenzione della Croce, cui la chiesa è dedicata, sulla parete dell’abside il Trionfo della Croce nella cupola, con gli Evangelisti ad occupare i quattro pennacchi.
In tutto sono ben trenta affreschi che Aldo esegue in un primo ciclo nel 1944 e in un secondo ciclo dalla primavera del 1945 all’autunno di quello stesso anno.
“Erano i primi di maggio del 1945, Aldo mi dice; – Dai vieni, c’è un lavoro in montagna, è un posto tranquillo”. Allora a Santa Croce era Parroco don Camillo Salvi che era stato curato a Villa d’Almè. Il Sessa aveva eseguito i disegni delle decorazioni pittoriche e degli stucchi, io avrei eseguito le decorazioni, mentre Aldo stava lavorando alle pitture. Quando sono arrivato a Santa Croce lui aveva già eseguito gran parte degli affreschi. Non aveva aiutanti, faceva tutto da solo, dall’intonaco ai cartoni, alla pittura. Un giorno stavo facendo la decorazione sopra l’Annunciazione, il ponte che avevamo allungato provvisoriamente con un uscio di legno inchiodato, ha cominciato a traballare e una lattina di giallo l’ha inondata; per fortuna l’affresco era già asciutto, così a furia di acqua, spugna e spazzola, l’abbiamo salvato. Si lavorava tutto il giorno. Lui alloggiava nella casa del Parroco io nella casa a fianco destinata al sacrestano, ci stavo io con mia mamma che mi faceva da mangiare; abbiamo passato l’estate lì” (testimonianza di Andrea Mandelli).
Si tratta di ben trenta affreschi e tempere ispirate ai temi del Vangelo, al Mistero della Croce, agli Evangelisti, alla vita dei SS. Pietro e Paolo, ai papi Leone XIII e Pio XI e ai Sacramenti. Il Locatelli dedica questa opera al fratello “… Nino caduto in armi…”.
Descrizione degli affreschi di Santa Croce:
Dall’entrata principale:
1a cappella a sinistra: tre scene riguardanti il Sacramento del Battesimo
1a cappella a destra: tre scene riguardanti il Sacramento della Penitenza
2a cappella a sinistra: il Martirio
2a cappella a destra: i Sacramenti
3a cappella a sinistra: tre scene riguardanti S.Pietro
3a cappella a destra: tre scene riguardanti San Paolo
4a cappella a sinistra: due sacramenti
4a cappella a destra: i papi del rosario
sull’altare a sinistra: la Passione di Gesù
sull’altare a destra: L’ascesa a Gerusalemme
lati dell’arco presbiterale: L’Annunciazione (omaggio a Francesco di Simone)
presbiterio: Episodi della Croce
Il 27 aprile 1946, nella chiesa parrocchiale di Saint-Vincent si sposa con Maria Mercedes Biancheri, conosciuta ai tempi di Ospedaletti. La moglie appartiene a una famiglia benestante di Bordighera. Sempre in quell’anno è chiamato a Genova per partecipare alla gara per l’affresco della cupola della chiesa Pontificia Collegiata Abbaziale di Nostra Signora del Rimedio. Il Locatelli risulta vincitore del concorso. L’opera lo tiene occupato da settembre 1946 fino a marzo 1947.
Mentre è impegnato in queste opere l’amico e compagno di lavoro Emilio Sessa gli propone di partire per il Brasile per decorare la cattedrale di Pelotas, importante centro industriale del Rio Grande do Sul.
Per il protrarsi dei lavori si fanno raggiungere dalle loro famiglie dal momento che si trovano a loro agio in questo nuovo ambiente.
Dopo un breve soggiorno in Italia torna in Brasile.
Nel 1951 inizia ad insegnare arte decorativa all’Istituto di Belle Arti dell’Università Federale di Rio Grande do Sul (UFRGS), consolidando la sua carriera come decoratore di chiese e altri spazi pubblici. Dal 1957 realizza diversi lavori per banche e società private di San Paolo , occupandosi generalmente di argomenti di storia e cultura di San Paolo. Tra gli edifici religiosi decorati sono la Cattedrale di Santa Maria (1954), la Chiesa di Santa Teresa (1957), la cattedrale di New Hamburg (1959), la chiesa di Nostra Signora di Lourdes (1960), e la Cattedrale di Porto Merry (piccolo lavoro). Tra gli edifici civili sono il Dean e l’Istituto di Arti della Università Federale di Rio Grande do Sul (1958), e il vecchio aeroporto di Salgado Filho.
A Caxias do Sul lavora in diversi luoghi, in particolare i murales dell’ex padiglione espositivo del Festival dell’Uva (Oggi sede del Municipio, 1954) e soprattutto a quello che è considerato il suo capolavoro: la decorazione della Chiesa di San Pelegrino , costituito da un vasto ciclo di affreschi con vari episodi biblici, che gli è costato dieci anni di lavoro, e una Via Crucis dipinta su tele tra il 1958 e il 1960, forse la sua creazione più audace.
L’ultima sua opera il Sacro Cuore di Gesù, non è stato terminato per la morte a Porto Alegre avvenuta il 3 settembre del 1962 a 47 anni, probabilmente vittima della continua inalazione dei vapori di prodotti chimici, usati nelle tinte utilizzate.
Aldo Locatelli è sepolto nel cimitero São Miguel e Almas a Porto Alegre.