Mulino di Santa Croce

A cento metri, sul ciglio della valle si possono notare i resti del mulino di Santa Croce. E’ ancora visibile la data 1740.

STORIA MULINO DI SANTA CROCE di Bonaventura Foppolo

Dagli atti finora noti sappiamo che il mulino fino al 15 novembre 1764  apparteneva a Nicola e fratelli Galetti  che avevano contratto un mutuo dalla Scuola del Santissimo Sacramento della chiesa di S. Croce che non erano stati in grado di restituire. Pertanto gli amministratori della Scuola (che funzionava come una banca) avevano ottenuto il sequestro della proprietà per rientrare in possesso dell’investimento. Posto all’incanto il mulino venne venduto a Francesco Milesi di San Giovanni Bianco per il prezzo di lire 3.650.
Il 23 aprile 1785 il mulino venne acquistato da Giacomo Colombo fu Giacomo Antonio di Spettino, che però il 28 luglio 1788 fu costretto a chiedere un prestito di lire 3.600 a Flaminio Marconi fu Giovanni di Zogno.
Giacomo Colombo il 29 dicembre 1790 riscattava il suo debito pagando lire 3.600, più altre lire 600 di spese. Due giorni dopo Giacomo Colombo vendette il mulino a Evaristo fu Carlo Pianetti e Pietro Maria fu Giovanni Maria Cavagna di S. Croce per il prezzo stabilito “col mezzo d’amici comuni” per lire 4.200. Pagò tutto il Pianetti, anche per conto del Cavagna che si impegnava a rimborsare le sue lire 2.100 al Pianetti entro 3 anni, pagando l’interesse del 4,10% annuo.
Il fabbricato era composto dal mulino con casa del mugnaio, composta da più stanze. Davanti c’era l’aia pavimentata da selciato e lastre di pietra. Da ovest un canale portava l’acqua dalla valle al mulino. La proprietà comprendeva anche alcuni terreni: sopra il mulino c’era un terreno, detto “la Tagliata o Taiada”, a prato, campi e bosco “con legne novelle” di pertiche 26, tavole 10, piedi 2; un altro bosco “con legne novelle” in un luogo detto “il bosco della Padella”, di pertiche 6, tavole 7, piedi 8; un terreno detto “alle fontane”, formato da prati e campi di tavole 2, piedi 7. (In totale il terreno corrispondeva a poco più di tre campi di calcio)

I documenti sono tratti dagli atti dei seguenti notai conservati all’Archivio di Stato di Bergamo:
Antonio Astori fu Giovanni Battista, 10846, 15 novembre 1764  
Foppolo Pietro fu Giovanni Battista, 9134, 28 luglio 1788
Grataroli Pietro fu Luigi, 10825, 29 dicembre 1790

Una mappa del 1812 ne documenta la presenza.
Stato delle anime del 1795. Il parroco Pietro Galizzi annota il trasferimento a Spettino