L’orto dei bambini
Per una scuola all’aperto che sappia trasmettere l’amore e il rispetto della terra.
Premessa
Il coronavirus ci ha chiusi in casa, maledettamente obbligati a clausure talvolta spiegabili solo da una necessità più grande: la vita e la salute di tutti. Ma nessuna retorica potrà convincerci della bellezza di restare chiusi in casa. La Didattica a Distanza, comprensibile per le motivazioni, è però asfissia per l’educazione, quindi non può diventare la normalità. Inoltre, in una situazione di emergenza sanitaria e sociale come quella che stiamo vivendo, crediamo sia necessario pensare a segnali di speranza per tutti, soprattutto per i nostri ragazzi.
E’ arrivato il momento di superare la Didattica a Distanza per arrivare ad una didattica che sappia rimettere al centro la relazione; non può esserci insegnamento senza relazione e questa richiede l’incontro fisico e il contatto umano.
È necessario ripensare alla scuola in modo diverso, partendo dagli spazi che debbono accogliere gli alunni, spazi che potrebbero essere bilanciati tra le aule e gli ambienti naturali che costituiscono il nostro ambiente; dobbiamo sfruttare gli spazi esterni che sono offerti dal nostro territorio e farli diventare vere e proprie aule all’aperto dove i bambini possano immergersi nella natura, svolgendo le attività quotidiane in sicurezza e nel rispetto delle norme di distanziamento fisico.
L’Istituto Superiore della Sanità, ma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno sottolineato la circostanza che le attività sociali poste in essere all’aperto siano in qualche modo più sicure, sotto il profilo dell’eventuale trasmissione del Virus Covid-19, rispetto a quelle poste in essere in luoghi chiusi.
Dopo i mesi di Didattica a Distanza i ragazzi hanno bisogno di una relazione vera (non solo digitale con l’insegnante), di prendersi delle responsabilità, di apprendere non solo dall’istruzione ma anche dalla sperimentazione, di fare lavori manuali. Covid-19 lancia una sfida e quella della scuola all’aperto è una via vera che raccorda i bambini con la realtà, la natura, la manualità e una nuova responsabilità verso il creato, gli altri e se stessi.
Perché l’Orto dei bambini?
L’idea dell’orto dei bambini nasce dalla duplice esigenza, la necessità della didattica all’aperto unita al desiderio di attivare iniziative socio-culturali ed educative che comprendano l’area naturalistica.
Mai come oggi è importante ed urgente trasmettere alle nuove generazioni, attraverso il “conoscere, sperimentare, utilizzare e riciclare”, il senso dell’interdipendenza uomo/natura, la circolarità delle relazioni nell’ecosistema, arrivando a sviluppare una vera e propria – coscienza ecologica -.
I bambini, affiancati da adulti, imparano ad effettuare la semina ed il raccolto, imparano ad utilizzare in modo corretto e senza sprechi l’acqua per l’irrigazione, ma imparano anche a rispettare la natura e l’ambiente in cui vivono. Prendersi cura dell’orto permette ai bimbi di capire il valore dei semi e dei frutti e scegliere cosa mangiare sulla base delle proprie esigenze e non solo di quelle del mercato.
Obiettivi generali
1. Avvicinare i ragazzi alla terra facendo loro coltivare dei frutti e delle verdure più o meno conosciuti è un modo per educarli alla varietà, alla stagionalità, ai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, al rispetto della natura e di tutte le creature viventi, ad incuriosirsi per ciò che è diverso e ad assaggiare ciò che loro stessi coltivano. I bambini imparano soprattutto se amano quello che stanno facendo, così la natura diventa maestra nella scuola come nella vita
2. Riconoscere l’importanza dei rapporti intergenerazionali che legano i bambini agli adulti i quali sapranno trasmettere l’uso ed il valore della terra. Il progetto cerca così di unire più generazioni; l’esperienza diretta nell’orto oltre che ad essere strumento didattico interdisciplinare, può anche diventare mezzo trasversale, per costruire relazioni tra famiglie le quali diventano comunità educanti;
3. Promuovere nei ragazzi la consapevolezza del loro essere co-protagonisti e costruttrici del paesaggio in cui vivono. (Prendersi cura di esso equivale ad avere rispetto della nostra storia e del nostro futuro).
4. Dare la possibilità ai bambini di scoprire la “bellezza” e la “meraviglia” di piantare un seme, vedere crescere la pianta, gustare i suoi frutti e poi imparare a conservare i semi di quella pianta per riprovare la “meraviglia” e diffonderla di nuovo. Attraverso la conservazione dei semi riconquistiamo il controllo sul cibo e salvaguardiamo la biodiversità. Per i bambini è affascinante osservare le piante che fioriscono e producono frutto e seme.
5. Promuovere i principi di una corretta alimentazione, individuando la stretta relazione tra alimentazione e salute dell’individuo; educare al gusto, stimolando i ragazzi ad ampliare le loro conoscenze alimentari, riscoprendo i prodotti della natura attraverso il recupero delle usanze e delle tradizioni familiari; aiutare i ragazzi a comprendere la necessità di un consumo corretto, consapevole ed equilibrato degli alimenti, assumendo atteggiamenti di rispetto verso cibo, acqua e ambiente;
6. Far conoscere e valorizzare la stagionalità dei vari prodotti ortofrutticoli, anche attraverso l’esperienza diretta. Sarà sorprendente per i bambini abituati ai sapori standardizzati dell’agricoltura industriale, scoprire il sapore intenso e naturale della verdura appena colta nell’orto.
7. Riscoprire capacità manuali ormai perse attraverso esperienze concrete come zappare, piantare i semini, togliere le erbacce. Sperimentare lo sforzo fisico connesso alla pratica agricola, riscoprendo un modo tradizionale di fare attività motoria nella natura e “guadagnare in salute”.
8. Far comprendere un ciclo naturale virtuoso: il compost derivante dagli avanzi della mensa, insieme alle foglie e altri residui biologici diventa nutrimento del terreno dell’orto che darà vita a ortaggi protagonisti della nostra tavola. Anche il rifiuto dunque, se gestito in maniera corretta e consapevole, diventa risorsa, perdendo la sua connotazione consumistica più negativa di “qualcosa che non serve e dunque non ci interessa”.
Finalità
Far diventare i piccoli consumatori dei coproduttori, cittadini consapevoli delle proprie scelte d’acquisto. I prodotti coltivati potranno essere utilizzati all’interno della mensa scolastica e l’eccedenza sarà offerta alle famiglie degli alunni.
I promotori
L’Associazione Santa Croce / Comune di San Pellegrino Terme: si impegnano a fornire il terreno, le piantine, gli attrezzi utili per iniziare a coltivare l’orto e le risorse umane per la preparazione del terreno.
La scuola
Cura la programmazione didattica del progetto e la realizzazione dell’orto, collabora nella ricerca di uno o più “nonni ortolani” che si prendano cura dell’orto in modo attivo insieme ai bambini.
Destinatari
· Alunni ed insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria di primo grado di Santa Croce,
· Genitori e comunità locale.
Costi
Il costo previsto per la realizzazione del progetto è di € 1.500,00.
– Acquisto attrezzature; serra a tunnel ad archi in tubi di metallo con copertura in teli di materiale plastico € 1.000,00;
– Preparazione del terreno € 200,00;
– Acquisto piantine € 100,00;
– Attrezzi e spese varie € 200,00;
Risultati attesi
Studenti, insegnanti e genitori/nonni, amministrazione pubblica, produttori locali, hanno l’opportunità di contribuire all’educazione alimentare delle nuove generazioni e contemporaneamente alla salvaguardia del territorio e della sua identità.
In conclusione
Vanno bene le mascherine, i distanziamenti, le diverse misure igienico-sanitarie ma non dimentichiamo di sfruttare al meglio ed in armonia gli ambienti naturali in cui ogni giorno viviamo, risorse naturali preziose che, oggi più che mai, siamo chiamati ad utilizzare in modo intelligente e rispettoso, perché anche in questo modo possiamo imparare ad educarci reciprocamente.