Iniziative

A Santa Croce targa a ricordo vittime del Covid

A distanza di un anno la paura non è ancora passata, ma oggi, al termine della Santa Messa, don Sergio ha benedetto, nel parco giochi di Santa Croce, una targa a ricordo delle persone dell’intera parrocchia, che sono morte a causa del covid o comunque nel periodo del covid e che, di conseguenza, se ne sono andate in silenzio senza che potessero essere salutate degnamente.
Santa Croce ha dedicato loro non solo la targa, ma l’intero parco giochi, un luogo vivo, un luogo di tutti e per tutti. Nel parco l’amministrazione comunale ha recentemente messo a dimora alcuni alberi; si è voluto così riprendere un gesto che già nel 1919 il comune di Piazzo Alto aveva fatto dedicando ai caduti della Grande Guerra gli alberi del viale del cimitero.
Era presente la professoressa Adriano Rinaldi, che ci ha regalato le belle e toccanti parole della poesia riportata sulla targa, una poesia triste, ma che dà speranza perchè nulla di quello che “semini sulla terra è perso”.
Ha accompagnato la breve cerimonia Carlo Musitelli con il suo baghèt, il più bergamasco degli strumenti musicali, che i nostri nonni suonavano non soltanto a Natale, ma anche durante l’anno nei momenti di gioia, ma anche di sofferenza. Ha esuito “Benià calastoria” di Bepi De Marzi, la storia di Beniamino che torna a casa dopo l’emigrazione, ma le sue belle aspettative andranno deluse.  Più che le parole è la quasi ossessiva e triste melodia a sottolineare il ricordo delle persone care rievocate in questa occasione e quindi in un crescendo sottolineato dalla musica viene espresso tutto il suo e nostro dolore.
Infine la presenza del Sindaco ha voluto significare l’estensione del ricordo anche a tutti gli altri concittadini e amici di San Pellegrino che non abbiamo potuto salutare in quel tristissimo periodo.


Oggi bimbi guardavo
i vostri occhi così attenti,
il vostro sguardo così incantato
che andava dal suono della cornamusa
alle parole, ai fiori, al respiro ampio della montagna.
Oggi i fiori hanno profumato di dolore, davanti ad una Chiesa coltivata da pane e spirito.
Ho raccolto la sofferenza universale, dignitosa, celebrata e benedetta dalla volontà sacra di una comunità che mette al primo posto i cuori che la abitano, senza falsi formalismi o comportamenti forzati ed opportunismi.
Ho partecipato ad un tempo prezioso che ha accarezzato le anime per alleggerirle di un carico gravoso come lo e’ la perdita di una persona cara strappata al calore degli affetti.
Porto nel cuore ogni tocco di amara solitudine, ogni lacrima di sgomento, ogni rintocco di campana, ogni filo d’ erba spento da una tragedia che ha falciato la speranza e mette ancora a dura prova pazienza e sacrificio.
Ma quanta forza ho sentito nel vento e nella pioggia oggi, quanta verità ha nutrito la mia anima in istanti che mai dimenticherò.
Adriana Rinaldi