Un’indimenticabile giornata di scambio culturale a Santa Croce con gli studenti dell’Università di Bergamo
Santa Croce ha ieri accolto la gradita visita di alcuni studenti provenienti dall’Università degli Studi di Bergamo, accompagnati dal loro professore, Nicola Cortesi.
Gli studenti, iscritti al corso di laurea magistrale in Progettazione e gestione dei sistemi turistici, rappresentavano un gruppo eterogeneo proveniente dall’Iran, dall’India, dal Bangladesh, dal Marocco e dall’Italia, portando con sé una ricca varietà di prospettive e tradizioni culturali.
La visita ha preso il via con una suggestiva passeggiata nel Giardino dell’Emigrante, un luogo che ha suscitato vivo interesse e curiosità tra gli studenti. Questo spazio ha offerto l’opportunità di riflettere sulla connessione tra le diverse culture e sulle storie di coloro che hanno attraversato terre lontane in cerca di nuove opportunità.
Il pranzo, generosamente offerto da Rita e Gianni, a cui hanno partecipato anche Celeste e Tullio in rappresentanza dell’Unione Sportiva Santa Croce, è stato un momento di autentica condivisione culinaria e convivialità, arricchito dalle storie e dalle esperienze di chi vi ha preso parte.
Nel pomeriggio, un altro momento significativo è stato il passaggio alla Panchina Gigante, un simbolo tangibile di accoglienza e condivisione. Gli studenti hanno potuto comprendere appieno il valore di questo luogo, ormai emblematico per Santa Croce, che incarna l’apertura della comunità verso il mondo e la volontà di creare legami duraturi. In serata, prima di riprendere la strada per Bergamo, il gruppo ha avuto l’opportunità di visitare la nostra chiesa parrocchiale, ammirando gli affreschi di Aldo Locatelli da Villa e la pala di Francesco Rizzo da Santacroce.
L’unica sfida che abbiamo dovuto affrontare è stata la barriera linguistica. Fortunatamente, il loro professore ha agito da interprete, facilitando la comunicazione e garantendo una comprensione completa tra le parti. Questa sfida ha suscitato una riflessione sulla necessità di considerare l’implementazione in futuro di un corso di inglese a Santa Croce per agevolare le future interazioni culturali.
Questa giornata straordinaria ha dimostrato come l’apertura e l’accoglienza possano fungere da ponti tra comunità diverse, promuovendo la comprensione reciproca. Sono momenti come questi che contribuiscono a consolidare la comunità locale e a lasciare un’impronta positiva destinata a perdurare nel tempo.
Un sentito ringraziamento va all’Università di Bergamo, in particolare al professor Cortesi, considerato ormai un amico di Santa Croce, e alla professoressa Federica Burini, già graditissima relatrice al recente Festival della Scienza e della Musica, è stato per merito loro che questa giornata speciale e memorabile si è resa possibile a Santa Croce.